Alberto Nuti si racconta e ci parla delle sensazioni sul campionato scorso: "Peccato per l'interruzione arrivata nel nostro momento migliore!" 

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Il protagonista dell'intervista di oggi sarà Alberto Nuti, rocciosa guardia tiratrice classe 1998 alla sua prima esperienza in maglia Audax Pistoia, in cui si è particolarmente contraddistinto per impegno, passione e dedizione alla squadra. Ragazzo d'oro e compagno di squadra ideale, è un elemento molto importante sia dentro che fuori dal campo.


Alberto che ci dici del campionato scorso? Quali sono state le tue sensazioni?

Sicuramente la prima parte del campionato non è stata delle migliori, obiettivamente le aspettative erano altre. Ci sono però diverse scusanti, tipo quella di essere un gruppo nuovo in cui pochi giocatori già si conoscevano, quindi c'è voluto un po di tempo per creare affiatamento sia dentro che fuori il campo. Peccato davvero per l'interruzione della stagione per la pandemia visto che avevamo trovato un'ottima amalgama e ci stavamo iniziando veramente a divertire, anche a livello di risultati.


Qual è stato il momento più bello del campionato? Cos'è che ricordi con maggior piacere?

Ne identifico due di momenti veramente belli. Il primo è stata la presentazione della squadra presso il nostro sponsor Pasticceria Elisir, ovvero la prima occasione di poter stare tutti insieme al di fuori del campo, cosa fondamentale per iniziare a conoscerci meglio e a legare. Ricordo in particolare la spettacolare torre di bignè con il logo Audax ( ndr: foto sul profilo Instagram ufficiale della società), buonissimi e bellissimi! Per quanto riguarda il basket giocato invece non può che essere la prima vittoria stagionale contro l'Endas, arrivata in modo esaltante ( decisa negli ultimi secondi dopo un tempo supplementare) e importante soprattutto per dare una svolta sia a livello di risultati interrompendo il trend negativ, sia a livello mentale e di consapevolezza nei nostri mezzi. Da quel momento siamo andati in campo con molta più fiducia e i risultati si son visti!


Passando sul piano personale, com'è che ti sei avvicinato alla pallacanestro? Raccontaci la tua carriera!

Ho iniziato la mia carriera sportiva con un'altra disciplina, il nuoto. L'ho praticato per un anno e mezzo fino a quando un pomeriggio, dopo una lezione sullo stile Delfino (a mio parere bruttissimo!) che non mi è piaciuta per nulla, tornando a casa dissi a mia madre che volevo smettere con questo sport. Casualmente ,la sera stessa, guardando la televisione la mia attenzione fu attirata da una partita di basket e decisi che volevo provare: avevo 6 anni e da quel momento non ho più smesso di giocare a pallacanestro! Ho fatto tutte le giovanili con la Pallacanestro Agliana, per poi passare ai campionati senior due anni fa al Basket Team in Promozione e infine l'anno scorso con l'Audax. E' stata una carriera molto travagliata, soprattutto a livello di infortuni, alcuni davvero gravi: nel giro di due anni e mezzo  mi son dovuto operare al crociato sinistro, successivamente al menisco del ginocchio sinistro e infine al crociato del ginocchio destro. Sono stati anni molto duri, ma finalmente ora mi sono completamente ripreso.


Qual è la partita della tua carriera che ricordi con più piacere?

Giovanile di 4-5 anni fa, non so dire contro chi giocavo a causa della mia pessima memoria, ricordo però che eravamo sotto di 5 punti. Durante un time out il nostro allenatore fa uno schema per farmi tirare da 3, cosa che avviene con esito positivo, portando il risultato a - 2. Dopo uno 0/2 ai tiri liberi degli avversari, prendiamo il rimbalzo e in contropiede riesco a mettere sulla sirena la tripla della vittoria, andando ad esultare in cima alle tribune! Non posso però dimenticare anche la prima partita che ho giocato dopo il primo infortunio al ginocchio. Un mix di sensazioni ed emozioni particolari e strane, simili a quelle provate nella mia prima partita in assoluto quando avevo 6 anni. Sicuramente ci son state tante altre partite che ricordo con piacere, ma queste rimangono senz'altro scolpite nella mia memoria.


Qual è la tua caratteristica migliore in campo?

La mia principale caratteristica è il tiro, sia dalla lunga distanza sia in avvicinamento in arresto e tiro. Oltre a quello direi anche la duttilità, grazie al mio fisico abbastanza possente riesco a coprire altri ruoli oltre al mio di guardia. Ciò mi permette di dare una mano anche sotto canestro e a rimbalzo. Inoltre direi che sono un buon uomo-squadra, visto che cerco sempre di trasmettere positività incitando e incoraggiando i compagni, anche di fronte agli errori. La miglior ricetta è sempre una pacca di sostegno e conforto.


Che ci dici invece della tua quarantena? Come l'hai passata?

A differenza della maggior parte di gente che si lamentava per la noia, io l'ho vissuta abbastanza bene, quindi non l'ho sofferta molto, anche perchè mi ero creato la mia routine giornaliera che mi teneva sempre impegnato, facendo trascorrere velocemente il tempo. So che non ci crederete, ma posso assicurare di essere allenato 7 giorni su 7, perdendo la bellezza di 6 kg! Anzi, devo dire che questa quarantena mi è stata molto utile per rimettermi in forma. La mia routine era molto semplice: non mi alzavo molto tardi, facevo colazione, studiavo sia prima che dopo pranzo, poi verso le 17 c'era la mia oretta di allenamento quotidiano e infine concludevo la giornata con la cena e un film o qualche partita ai videogiochi. Ah, ci tengo a sottolineare di aver fatto una piccola pazzia: mi sono tagliato i capelli a zero!! 

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